Van Gogh: ”I mangiatori di patate”

mangiatori di patate disegni vincentre

”Chi preferisce vedere i contadini con il loro vestito della Domenica faccia pure come vuole. Personalmente sono convinto che i risultati migliori si ottengano dipingendoli in tutta la loro rozzezza piuttosto che dando loro un aspetto convenzionalmente aggraziato”

Era il 30 Aprile del 1885 e Van Gogh scriveva queste parole in una delle frequenti lettere indirizzate al fratello Theo. Parole colme di convinzione e fiducia in quello che lui stesso si augurava potesse essere riconosciuto con un quadro contadino.

Con i ”Mangiatori di patate” l’artista per la prima volta si discosta dalla pittura ”di getto” che fino a quel momento aveva caratterizzato gran parte dei suoi lavori, e si abbandona ad uno studio piu strutturato e ragionato dei modelli. Per realizzare l’opera definitiva, vennero preliminarmente eseguiti disegni e schizzi preparatori.

 

A Nuenen, dove visse per esattamente 23 mesi dal 1883 al 1885, Van Gogh rimase affascinato dalla cruda e autentica vita della gente del posto, spesso fatta di lavoro e sudore, amore e passione per la terra, senso della famiglia.

Prima di trasmettere su tela le sue incredibili e sottovalutate potenzialità artistiche, si servì di un’altra inconfondibile dote artistica che madre natura aveva deciso di regalargli. La capacità di osservare gli altri ed empatizzare con gli stessi. Immedesimarsi nel lavoro inteso come fatica quotidiana e passione pura per le persone piuttosto che per le cattedrali.

I personaggi, volutamente caricaturizzati, mangiano e allo stesso tempo comunicano fra di loro, nonostante l’assordante silenzio che traspare dalla tela. Sono dediti al loro pasto serale, probabilmente l’unico della giornata, con lo stesso impegno dimostrato sui campi durante la giornata lavorativa.

”Penso che, più che da signora, una contadinella sia bella vestita com’è con la sua gonna e camicetta polverosa e rappezzata, azzurra, cui il maltempo, il vento ed il sole danno i più delicati toni di colore. Se si veste da Signora perde il suo fascino particolare”

Con quest’opera, il lavoratore, il contadino, finalmente risorge. Riscopre dignità e considerazione nella più autentica rappresentazione. Nella imbarazzante normalità di tutti i giorni; come se si volesse dare a tutti la possibilità di spiare dalla finestra quello che alla sera, dei contadini stanchi dopo la giornata di lavoro, possano fare. Il calore della stanza, con i fumi del caffè, dei piatti, l’odore della minestra, le parole non dette che ugualmente traspaiono dalle loro espressioni avvilite, dalla rappresentazione delle mani, dei volti.

Sono andato di persona a Nuenen, incuriosito da quello che avevo letto e studiato sui libri, desideroso di vedere con i miei occhi e percepire cosa avesse ispirato Van Gogh. Consigli su come raggiungere Nuenen e cosa vedere potete trovarli QUI.

copertina olanda di Van Gogh

Il Bisogno di verità con quest’opera, viene soddisfatto:

”Un quadro non deve necessariamente essere profumato”

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Pubblicato da Francesco

''Viaggiare per non smettere mai di conoscersi''

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