Tenerife, passe-partout per l’Estate!

Che sia Dicembre, Marzo oppure Ottobre, Tenerife, isola dell’Arcipelago delle Canarie, non vi deluderà. Il caldo estivo nel suo vestito migliore sarà pronto ad aspettarvi nella hall degli arrivi, specialmente se vi capitasse di atterrare all’aereoporto del Sud. Si tratta di un’isola molto turistica che tuttavia se girata in auto e con le dovute informazioni acquisite prima di partire, saprà sorprendervi e regalarvi paesaggi incontaminati dove ancora la bellezza della natura regna incontrastata a dispetto della quantità di cemento e costruzioni selvagge che ahimè caratterizzano parte dell’isola.  A Tenerife, Oceano e Montagna convivono felicemente; volendo nella stessa giornata potreste decidere di scalare il Teide, vulcano di oltre 3700 metri di altezza nonché vetta piu alta di Spagna, e poi andarvi a tuffare in mare o viceversa. Passando da 5-6 gradi a oltre 35.

Jpeg Consiglio di alloggiare nella parte meridionale dell’isola, evitando la zona di Las Americas, vera e propria località costruita a misura di turista, ed affittare un mezzo di trasporto, auto o moto che sia, al fine di girare anche la parte Nord dove al contrario di quanto si possa leggere nelle varie guide turistiche, è ricca di spiagge che nulla hanno da invidiare a quelle della zona Sud. Tra le più affascinanti che abbia avuto la fortuna di ammirare, Playa della Teresitas merita foto e menzione speciale.

Las teresitas

La sabbia viene direttamente dal deserto del Sahara mentre il colore del mare è di quelli che non si dimenticano tanto facilmente e sarà causa di nostalgia al vostro rientro a casa. Consiglio di perdervi per l’isola, uscire di buon mattino ed iniziare ad esplorare la costa senza fretta. Soffermatevi ad ammirare il panorama, le infinite coltivazioni di palme che vanno a finire a ridosso dell’oceano, respiratene l’odore, portato in lungo e largo dai venti che spirano senza tregua in certe giornate primaverili.

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Concedetevi una passeggiata per le stradine di San Cristóbal de La Laguna, autentico centro culturale dell’Isola, dichiarato nel 1999 patrimonio dell’umanita dall’Unesco.

San Cristóbal de La Laguna

In questo posto la vita e la sua incomprensibile routine, sembrano essersi fermate a prendere un caffè, e le abitudini rilassate dei suoi abitanti ve lo dimostreranno ad ogni angolo di strada.

Lasciare quest’isola, le sue spiagge, le innumerevoli attività che offre non sarà un gioco da ragazzi. Partite con l’unica consapevolezza possibile, ovvero che un giorno, magari d’Inverno, magari davanti ad un caminetto acceso, deciderete nuovamente di prenotare un biglietto aereo destinazione Estate, destinazione Tenerife!

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Tramonto Islandese, bellezza senza fine!

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E mi accorgo che basta guardare questa foto per sentire come se fossi li’, il silenzio profondo che circondava i pensieri, la fredda brezza che sbatteva sul viso distraendomi dalle cose inutili di questo circo senza senso. Di osservare quel mare infinito non mi sarei mai stancato. Assaporavo senza fretta l’andare lento del tempo, lo scorrere impercettibile dei minuti. Respiravo calma e guazzabugli di buoni propositi da realizzare al ritorno. E ci penso ancora, specialmente quando a fatica arranco nel solito faticoso andare dei giorni normali, quando cammino con lo sguardo spento e spero di incontrare qualcuno in grado di accenderlo di nuovo. Penso all’infinita bellezza di questo tramonto, ai gabbiani che ridono in cielo, liberi sembrano davvero felici. Penso anche alla ragazza dal cappellino rosso, al suo sguardo triste che mi toglieva il respiro e ai giorni passati insieme tra birre e risate. Mi manca adesso questo tramonto Islandese. Lo spensierato ed estasiato riposarsi dell’anima, felicemente persa a contemplare il miracolo della Natura. JpegJpeg

Golden Circle Tour, Islanda

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Anni luce dal traffico caotico della vita di tutti i giorni, il Golden Circle rapisce l’anima di chi passa anche distrattamente da quelle parti. Si tratta del percorso tra i più famosi e affascinanti del mondo. Sono tantissimi i tour organizzati che partendo dalla capitale Islandese conducono verso questo paradiso a cielo aperto. La mattina del 4 Maggio ho lasciato di buon’ora il mio ostello ed ho iniziato l’avventura. Lungo la strada, mentre la guida turistica raccontava aneddoti curiosi sugli islandesi, il paesaggio si susseguiva veloce fuori dal finestrino, lasciando spazio solamente alla voglia di immergersi totalmente nella natura senza fine di quel territorio.

A proposito di aneddoti, ho scoperto che gli islandesi sono un popolo molto auto-ironico e che tengono fortemente alle loro tradizioni. Odiano inserire parole inglesi nel loro linguaggio comune e sono superstiziosi. Il settanta per cento di loro ammette di credere nell’esistenza degli gnomi o elfi. Il restante trenta per cento, non ammetterà mai apertamente di non crederci per paura che appunto gli elfi si possano vendicare portando loro sfortuna.

Dopo circa due ore di viaggio, finalmente ci fermiamo al Parco Nazionale di Thingvellir.

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Patrimonio dell’Unesco, questo meraviglioso spazio verde, si trova nella parte sud-ovest d’ Islanda. Per interminabili minuti, ho assistito senza fiato alla bellezza della faglia di Almannagjá spalancatasi davanti ai miei occhi non appena sceso dal pullman. Si tratta del punto esatto in cui la parte di terra americana si stacca da quella europea allontanandosi l’una dall’altra. Mi sono promesso di tornarci d’inverno, per vedere lo squarcio di terra riempito di neve. Spettacolo di vita senza eguali.

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Il pullman ha poi ripreso il suo viaggio lento verso la cascata d’oro (Gullfoss). SAM_1071L’acqua che scorre e va a cadere nel vuoto arriva direttamente dal ghiacciaio che si vede in lontananza. SAM_1072

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Se ancora oggi è possibile beneficiare di così tanta violenta bellezza, lo si deve al proprietario del terreno o meglio alla figlia che, la leggenda narra, intorno al 1920 protestò contro il governo che aveva dato il via alla costruzione di una diga finanziata da investitori stranieri per sfruttare l’energia idroelettrica e che avrebbe messo fine alla Cascata. La ragazzina, intraprese una marcia a piedi dalla capitale (oltre 100 chilometri) minacciando di buttarsi dalla cascata, se i lavori non fossero stati interrotti. Il progetto venne poi cancellato.

Prima di fare rientro in ostello, nell’ultima tappa del Circolo d’Oro, ho avuto il privilegio di camminare nello spazio di terra dei Geyser.

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Lascio alle foto l’onere e l’onore di parlare al posto mio, descrivendovi come nessuna parola potrebbe fare, la bellezza incontaminata della natura.

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Presto vi parlerò del porto turistico di Reykjavik e dei suoi caratteristici ristoranti di pesce, promesso!

 

 

Street art a Reykjavik

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Inutile nasconderlo, il viaggio in Islanda dal quale sono appena tornato, mi ha ispirato parole e fotografie, come nessun altro fatto in passato..

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Esplorare Reykjavik equivale a vivere un viaggio nel viaggio. Si tratta di una città molto piccola e ad un occhio disattento potrebbe sembrare priva di particolarità interessanti.  Ebbene, durante il ”Free Walking Tour” al quale ho partecipato qualche giorno fa, per chi non sapesse di cosa si tratta, consiglio di dare uno sguardo qui, la guida, un simpatico ed auto-ironico tour operator locale, ci ha spiegato che le mura esterne delle case sono spesso disegnate da artisti professionisti per uno specifico e curioso motivo. Quindi il fatto che siano piccole e abbiano il tetto colorato non rappresenta l’unica loro caratteristica. SAM_1029

Dovete sapere che nella pittoresca capitale Islandese vige una sorta di regola non scritta fra gli abitanti. Se la casa è stata dipinta da un artista, non potrà essere oggetto di scritte senza senso o atti vandalici. Per questa ragione, molti proprietari di casa commissionano lavori che, giudicate un po’ voi, spesso sono vere e proprie opere d’arte. L’idea originale ed innovativa risulta essere oltretutto vincente anche per il fatto che imbattersi in uno dei tanti meravigliosi disegni a cielo aperto quando meno te lo aspetti, dona alle vie della città un’aria ancor più affascinante ed esotica.

Presto vi racconterò dove poter assaggiare piatti tipici della cucina islandese con particolare attenzione ai ristoranti della capitale, senza dover lasciare in deposito un occhio della testa!

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La quiete di Howth vicino Dublino

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Howth è un piccolo villaggio di pescatori, situato a pochi km da Dublino. Perfetta destinazione per una gita fuori porta, se cercate un po’ di pace e riposo dai frenetici ritmi della capitale Irlandese. Si raggiunge in treno con la Dart o in bus. La fermata del 31a/b si trova in Talbot street, a due passi dallo Spire. Il viaggio è piacevole e piuttosto rapido. In meno di 40 minuti arriverete a Howth e sarete subito rapiti dalla sua tranquilla e piacevole atmosfera.

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Cosa fare a Howth:

– Passeggiare e ammirare il mare. Ad esempio. Sia che si tratti di una bella e rara giornata di sole, sia che invece il vento e la pioggia la facciano da padrone, camminare per il sentiero lungo la costa fino a raggiungere il punto più vicino al faro, oppure addentrarsi nella parte della scogliera sará una gradevole scoperta. Macchina fotografica rigorosamente a portata di mano 😉

– Guardare il mare infrangersi a suon di onde contro le rocce. Spettacolo meraviglioso. Il perpetuo andare delle onde e il verso dei gabbiani come unica colonna sonora di quel momento.

– Mangiare o comprare il pesce. Sia che vogliate fare spesa in una delle tante pescherie della zona, sia che decidiate di dedicarvi un pranzo al ristorante a base di pesce, Howth non vi deluderá. Appena arrivati, a pochi minuti a piedi dalla fermata del bus o dalla stazione dei treni, sulla sinistra troverete diverse pescherie. Pesce freschissimo e crostacei di tutti i tipi. Più in fondo invece o proseguendo dritti, una sfilza di taverne, ristoranti e traditional fish and chips tenteranno la vostra fame e colpiranno, chi più chi meno, il vostro portafogli.

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– Fotografare i leoni marini. Ebbene sì, in questo posto, una delle attrazioni più simpatiche e singolari sono proprio loro. Grossi e buffi. Con un po’ di pazienza, scrutando il mare, magari vicino al porto o a qualche peschereccio perchè attirati dal pesce, li vedrete fare capolino dall’acqua e sorridere alla vostra macchina fotografica 😀

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In conclusione, Howth è un posto che vale la pena visitare per una mezza giornata. Per passeggiare o mangiare del buon pesce. Per cambiare un po’ aria se siete stufi dei soliti pub dublinesi. Un must see per chi ama il mare in ogni stagione dell’anno.

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Telendos: gioiello del Dodecanneso

Una delle cose più belle da fare a Kalymnos, terza isola del Dodecanneso dopo Rodi e Kos, consiste nell’ ammirare l’ isola di Telendos. Un tempo queste due meravigliose isole erano unite. Nel 535 d.C. un violento terremoto (si racconta che il sisma sia durato più di dieci giorni) le divise. Ora si guardano, l’ una difronte all’ altra. L’ una più bella dell’ altra. Magari in attesa di essere un giorno unite di nuovo dalla forza della natura.

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Il modo migliore per raggiungere Telendos è quello di imbarcarsi dal porticciolo di Myrtes. Il tragitto sulla mitica Princess of Telendos dura meno di un quarto d’ ora. I viaggi sono molto frequenti. Dalle sette di mattina fino alla mezzanotte d’ estate.

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Per quanto sull’ isola siano presenti un paio di hotel, consiglio di soggiornare a Kalymnos e fare una capatina sulla piccola meraviglia quando ne avete voglia. Che sia per un aperitivo in una delle tante tipiche taverne del porto o per un bagno nelle trasparenti acque, ogni occasione per fare un salto a Telendos è davvero buona.

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Sull ‘isola sono tre le spiagge raggiungibili a piedi. Tutte attrezzate con sedie a sdraio ed ombrelloni. Da queste parti però non mancano i più avventurosi. Gli amanti delle pareti da scalare non resteranno delusi, anche Telendos, al pari della sorella gemella Kalymnos, offre diverse opportunità in tal senso.

Su quest’ isola, la calma e la natura regnano incontrastate. Addentratevi per le stradine del centro e sedetevi all’ ora del tramonto a contemplare il mare. Percepirete l’ essenza della Grecia.

Oppure ammiratela da Kalymnos. La magia intatta 😉

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Da solo in Andalucia: Granada

Domenica 4 Ottobre 2015 saluto Malaga, quello che ho combinato da quelle parti potete leggerlo qui, e parto in pullman alla volta della meravigliosa Granada. La raggiungo in meno di un’ ora e mezza, seduto comodamente su un bus. Durante il viaggio mi viene offerto anche uno snack, una bottiglietta d’ acqua ed un pacchetto di fazzoletti. Niente male, no? 😊

La stazione dei bus di Granada è un po’ diversa da quella di Malaga. Meno pulita e gente poco raccomandabile ovunque. Qualcuno prova anche ad accollarsi chiedendo spicci e iniziando a seguirmi. Niente di grave. La seconda parte del mio viaggio nel sud della Spagna può avere finalmente inizio. Nel centro di Granada non si perde neanche un bambino. Lo so, Lucio Dalla cantava Bologna usando queste parole, che tuttavia, vi assicuro, si attagliano perfettamente anche alla città andalusa. Contrariamente all’ impressione avuta girando un po’ per la stazione dei bus, Granada città è assolutamente sicura. Il centro è molto piccolo. Ogni angolo di strada ruba l’ occhio ad una fotografia, pare una cartolina a cielo aperto. E me la godo subito, non prima di aver lasciato lo zaino in hotel e mangiato un panino.

Dopo pranzo inizio a camminare cartina alla mano per le stradine del centro. La bellissima reggia dell’  Alhambra domina il paesaggio. 12088078_10153194860317883_381804485998792888_n

Granada è stata l’ ultima capitale di origine araba in Europa. Passeggiando per le sue vie è impossibile non rendersene conto e non restarne affascinati.  Decido quindi di visitare l’ Albaicìn. Quartiere dei gitani molto suggestivo, che sorge su un promontorio difronte all’ Alhambra. Salite e discese la fanno da padrone, silenzio e paesaggi mozzafiato completano il quadro. Listener (2)

Da queste parti si può assaporare lo spirito autentico di Granada. Lo stile arabeggiante delle case, delle fontane e delle minuscole stradine che mi conducono al famoso mirador di San Nicolas.

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Qui il tempo sembra essersi fermato. La quiete che un simile paesaggio trasmette è indescrivibile. In sottofondo, gruppi di gitani con chitarre e fisarmoniche, allietano la visita di turisti e curiosi con canti popolari. Perfetta colonna sonora di uno dei momenti più intensi di questo viaggio.

La zona è caratterizzata da innumerevoli teterie. Dopo la passeggiata, non posso esimermi dal degustare un saporito thé alla menta accompagnato da un tipico dolce arabo al miele e pistacchio.

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Verso sera decido di tornare in centro e di esplorare la vita notturna della città.

A Granada vige una consuetudine molto particolare e apprezzata. Ogni birra, anche piccola, che si ordina viene piacevolmente accompagnata da una generosa tapas. Ristorantini e locali sono concentrati tutti lungo calle Navas. Si mangia e si beve all’ aperto. E’ Ottobre ma i ventotto gradi notturni non lo dimostrano affatto. La notte con la sua luna piena lucente, conferisce alla città un incanto d’ altri tempi.

Un capitolo a parte lo merita l’ Alhambra. Magia allo stato puro. Non vi scoraggiate se sul sito ufficiale risultasse che non ci sono più biglietti disponibili. Da qui riuscirete sempre a prenotarli anche con pochi giorni di anticipo. Ricordatevi di portare con voi anche la carta di credito/debito con la quale avete effettuato l’ acquisto. Vi servirà per ritirarli. In questo caso vi consiglio di farlo il giorno prima della visita, recandovi in Calle Reyes Catòlicos 40 presso l’ Alhambra bookstore. Il prezzo del biglietto si aggira intorno ai 20 euro e comprende anche la visita del maestoso palazzo Nazaries.

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Perdersi per la cittadina, scoprendo angoli di storia incastonati fra le sue mura è una delle esperienze più emozionanti di sempre. Godetevi la vista dell’ Albaicìn dall’ alto, magari al tramonto. E la maestosità della Sierra Nevada, ovviamente.

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Con ancora negli occhi e nel cuore le bellezze di questa piccola cittá, rientro a Malaga sempre in pullman per volare a casa, promettendomi di tornare un giorno da queste parti per rinfrescare i ricordi di un viaggio in solitaria particolarmente emozionante.

Al prossimo articolo, viaggiatori!

Racconto: ”In fuga verso se stessa”

11537686_10152965922382883_2209302606400398987_nAlice passava molte ore della giornata alla finestra, scrutando fin dal mattino l’aprirsi del cielo sul mare blu cobalto. Pensava alla vita che avrebbe voluto vivere un giorno e se la immaginava completamente diversa da quella attuale. Iscritta alla facoltà di Giurisprudenza da ormai quasi due anni, non aveva mai dato un esame, eppure la sua famiglia, e soprattutto suo padre Luca Brenca, rinomato avvocato della zona, sapeva dei suoi trenta e lode a Diritto Privato, Pubblico e Amministrativo. Le bugie, i sotterfugi e le arzigogolate peripezie per mistificare la realtà erano da troppo tempo il suo pane quotidiano. Viveva una soffocante lotta fra il bisogno di dare voce ed espressione al suo modo di vivere e la paura di deludere le aspettative della sua famiglia. Quella mattina, il sole di Agropoli filtrava nella sua stanza senza chiedere permesso, nonostante l’estate fosse finita ormai da qualche giorno, faceva ancora caldo. Finalmente, la lettera che attendeva da settimane era arrivata.  Scarica l’eBook su Amazon 

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Viaggiare da soli: Le 10 paure più ricorrenti smontate una ad una!

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Anche un viaggio di mille miglia inizia con un piccolo passo, diceva qualcuno. Spesso è molto più difficile fare quel primo e piccolo passo che tutto il resto del percorso, perché qualcosa ce lo impedisce.  Se il tuo desiderio è quello di fare un viaggio da solo ma hai una o più paure che ti frenano, allora il tuo primo passo sarà quello di affrontarle, metterle a nudo. A vincere sarà la tua voglia di assecondarti e vivere questa straordinaria avventura che è viaggiare in esclusiva compagnia di te stesso.

1- Paura di annoiarsi

E’ una delle paure più comuni se non hai mai fatto un viaggio da solo ma sei sempre partito con un gruppo di amici. Pensa a quella volta che avresti tanto voluto visitare un museo, andare ad un concerto, fare una passeggiata in un parco ma, il gruppo con il quale sei partito, preferiva invece fare altro. Li hai assecondati, sicuramente. Magari ti sarai anche annoiato a morte ma almeno sei rimasto in gruppo.  Eh non c’è niente di male, semplicemente quello è un viaggio diverso. Stavolta è tempo di fare esattamente ciò che desideri. Non c’è noia che tenga, fidati. Viaggiare da soli significa prendersi cura di se stessi. Scegli senza fretta; impara ad ascoltare cosa desideri fare durante il viaggio, dove vuoi mangiare, cosa ti va di visitare e cosa non ti interessa affatto. Sei il padrone del tuo destino. Non ci sono regole scritte, non c’è una legge del gruppo da rispettare. C’è solo il bisogno di andare. E poi, per concludere, è proprio viaggiando da soli che si è più aperti a conoscere altre persone, magari altri viaggiatori in solitaria con i quali potresti poi il giorno dopo condividere parte del tuo cammino.

2- Paura di non parlare la lingua del posto

Un viaggio da soli, o perlomeno il primo viaggio in solitaria, non può prescindere da una buona organizzazione. Muori dalla voglia di visitare un paese lontano come la Cina o il Giappone, oppure ti affascina l’ idea di vedere l’ Ermitage di San Pietroburgo, ma temi che la lingua possa essere un problema? In parte può esserlo. Non può però condizionarti a tal punto da decidere di non partire. Il viaggio inizia quando sei comodamente seduto davanti al tuo pc. Immaginati sul posto, pensa alle parole chiave che in caso di necessità potrebbero servirti. Scrivile, imparale a memoria. Compra un dizionario tascabile, di quelli che puoi facilmente portarti in giro. Sottolinea le frasi che pensi possano essere utili. Insomma, affronta la tua paura.  Ovunque andrai ci saranno altri viaggiatori solitari con i quali scambiare qualche parola in inglese o magari in italiano, gli stessi che probabilmente condividevano la tua paura prima di partire. Preparati però anche all’eventualità di doverti far capire a gesti, ridici su, prendendoti meno sul serio.  In fondo sei in compagnia di te stesso, non di una persona qualsiasi, te la caverai!

3- Paura di sentirsi in difficoltà o imbarazzo a mangiare da soli

Quando ho iniziato a viaggiare da solo, il momento della cena era il peggiore in assoluto. Inutile nasconderlo. Oggi è uno dei momenti che preferisco. Innanzi tutto questa paura al pari delle altre, non può farti rinunciare al sogno di dedicarti un viaggio in solitaria. Se la prima sera a cena non andasse come ti sei immaginato, insisti, ascoltati con più attenzione. La seconda andrà molto meglio. Partiamo da un presupposto. Nessuno ti conosce meglio di te stesso. Se pensi che cenare in un ristorante classico, seduto a tavola con intorno tante altre persone che invece sono in compagnia (sappi comunque che è ormai assolutamente frequente trovare altre persone che mangiano sole) possa metterti a disagio, magari le prime volte scegli un pub o un posto più informale, alla mano. Se ti trovassi in ostello potresti decidere di cucinare lì direttamente. L’ occasione per condividere la cena con qualcun altro non mancherà. Anche a tavola comunque ci sono tante cose che si possono fare mentre si mangia. Ad esempio puoi leggere un libro o dare uno sguardo alla cartina pensando a dove andrai dopo mangiato. Scrivi! Portati un quadernino ed appunta le cose più interessanti che hai visto o fatto durante la giornata o quelle che vuoi fare il giorno successivo.

4- Paura di spiegare la scelta a amici, familiari, ecc.

Di solito si viaggia da soli per motivi di lavoro ed in questo caso non c’è niente da spiegare a nessuno. E’ lavoro, lo si deve fare per forza. Decidere di fare un viaggio di piacere da soli non sempre può essere compreso, accettato dagli altri. C’è chi può preoccuparsi per te, chi può chiedersi cosa ti spinge a partire da solo. Per spiegarlo agli altri devi innanzi tutto spiegarlo a te stesso. Capisci perché senti il bisogno di fare questa esperienza. Vuoi riflettere, vuoi svagarti, vuoi ritrovare te stesso, vuoi divertirti. I motivi possono essere moltissimi e sono strettamente personali. Una volta che hai chiarito con te stesso il motivo che ti porta a viaggiare da solo, qualunque esso sia, comunicarlo agli altri sarà un gioco da ragazzi. Perché la priorità resta quella di assecondare te stesso. Il resto conta poco. C’è chi ti capirà e ti appoggerà, chi continuerà a sollevare dubbi o preoccupazioni, a volte magari ti imbatterai in qualcuno che vorrà scoraggiarti. Vai avanti per la tua strada. Se sei onesto con te stesso ti verrà naturale esserlo anche con gli altri senza farti condizionare.

5- Paura di perdersi in giro per una città che non si conosce

Se anche tu come me hai un senso dell’ orientamento poco sviluppato e sei distratto per natura,  sappi che quando sei da solo in giro per una città che non conosci ti verrà molto più facile ricordare le strade e i posti che hai visitato semplicemente perché sarai costretto a fare più attenzione del solito. Ti distrarrai molto meno sapendo che puoi contare solo su di te. Prima di partire dai uno sguardo alla zona in cui hai prenotato l’ alloggio utilizzando una mappa online. Annota l’ indirizzo, scriviti le principali attrazioni della zona. Quando arrivi sul posto procurati una cartina della città, prendi un biglietto da visita dell ‘hotel e portalo con te. Nel caso di necessità potrai sempre prendere un taxi per rientrare. La cosa migliore, come al solito, è quella di prepararsi un po’ prima di partire. Il tuo viaggio inizia sempre subito dopo che hai prenotato. Grazie ad internet puoi studiare la città che andrai a visitare, raccogliere informazioni sui mezzi pubblici, sulle zone da evitare la notte. Inoltre, esistono moltissime app che funzionano anche offline e che ti basterà scaricare per poter consultare. A mio avviso, una delle migliori è Here Maps.

6- Paura di  non poter condividere con qualcun altro un momento emozionante del viaggio

Qui torno a parlarti del motivo per il quale hai deciso di intraprendere questo viaggio. Se ti trovi da solo a guardare un tramonto, a visitare un museo, ad ammirare un monumento, stai vivendo un momento emozionante e lo stai condividendo con te stesso. Non c’è sempre bisogno di essere in due o più persone per godersi un istante particolare. Anzi, a volte proprio in compagnia di altre persone è più difficile riuscire a catturare le sensazioni che un posto riesce a trasmetterti. Potrai fare delle foto, scrivere quelle emozioni, raccontarle quando torni. Ma quel momento è tuo, difendilo e assaporalo. Per condividerlo poi c’è sempre facebook no? 🙂

7- Paura di trovarsi in situazioni pericolose

Paura in parte condivisibile, ci mancherebbe. Direi per fortuna, in questo caso. Sì perché proprio grazie a questa paura farai molta più attenzione. Eviterai magari il quartiere che di notte può essere meno sicuro, penserai a quanti soldi portarti appresso e quanti lasciarne nella cassetta di sicurezza della tua stanza. Annoterai prima di partire sulla tua agenda o tablet un paio di numeri utili in caso di emergenza, come ad esempio il numero per chiamare la tua banca dall ‘estero in caso dovessi bloccare la carta di credito.  Oppure il numero locale della polizia.  Un po’ di precauzioni insomma è sempre bene prenderle. Spesso purtroppo non c’è bisogno di viaggiare lontano per trovarsi in situazioni di pericolo, queste possono capitare anche sotto casa. Quindi inutile fasciarsi troppo la testa o addirittura rinunciare al viaggio, no? 😉

8- Paura della solitudine, di dover fare i conti con se stessi

Intanto non è assolutamente detto che viaggiare da soli equivalga a stare da soli tutto il tempo, anzi. E poi sì, confrontarti con te stesso ti sarà quasi inevitabile durante questo tipo di viaggio. A volte può non essere così facile. Approfittane. Quando ti ricapiterà nella vita di tutti i giorni? Quando potrai permetterti il lusso, nel bel mezzo della quotidianità, di ascoltare te stesso, farti piacere, assecondarti? Praticamente mai.  Scoprirai con pazienza e determinazione che stai bene con te stesso e volendo non hai bisogno di nessuno per muoverti in una città che non conosci e godertela alla grande! Apprezzerai quei momenti di solitudine, scoprirai che viverli secondo i tuoi gusti e ritmi non ha prezzo.

9- Paura di perdere soldi, cellulare o documenti.

Qualcosa a riguardo ho già scritto in precedenza. Gli imprevisti possono sempre capitare. Un ottimo modo per evitare che accadano o per non andare nel panico nel caso si verificassero, è quello di organizzarsi. Compra una scheda telefonica del paese in cui hai deciso di andare, a volte le vendono anche sull’ aereo. Portati pochi contanti quando sei in giro e un paio di carte prepagate. Lasciane una in hotel. Annota l’ indirizzo dell’ ambasciata o del consolato italiano.  E poi smettila di farti paranoie o cercare scuse per non partire 😀

10- Paura di avere paura

L’ultima paura non poteva che essere quella più generica e per questo forse più difficile da gestire. Buttati, scegli come primo viaggio una meta che percepisci sicura e decidi di  trascorre lì pochi giorni, magari opta per un weekend lungo. Il modo migliore per affrontare questo blocco è quello di prenotare subito,  proprio ora che stai leggendo questo articolo, cliccando QUIFai questo primo passo, poi seguiranno gli altri. Le paure svaniranno come per incanto, e lasceranno spazio alla voglia di scoprire posti nuovi e di conoscere te stesso con occhi diversi. Soprattutto lasceranno spazio al bisogno di sorprenderti e farti piacere. L’ unica vera paura che ci dovrebbe spaventare davvero è quella di restare immobili e per questo rinunciare ad inseguire i nostri sogni. Vai e non te ne pentirai.

 La magia è credere in noi stessi. Se riusciamo a farlo, allora possiamo far accadere qualsiasi cosa

Goethe

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Il mio viaggio in solitaria in Andalucia: Malaga

“L’ arte spazza la nostra anima dalla polvere della quotidianità”

Diceva proprio così Pablo Picasso, uno dei più illustri cittadini di Malaga. Che poi, la stessa cosa che riesce a fare l’arte la fanno anche i viaggi, in solitaria specialmente. Ottobre in Andalusia. Periodo perfetto. Caldo sopportabile, non i quarantacinque gradi che ci sono in Agosto. Costume in valigia e voglia di scoprire una nuova località, Malaga appunto.  La città spagnola è una città del sud. Ma non come ormai siamo abituati ad intendere noi quando parliamo del nostro bistrattato sud. Malaga è super organizzata ed efficiente, pulita e ben collegata da una fitta rete di bus e piste ciclabili create ovunque con tanto di semafori e strisce pedonali. Arrivato all’ aereoporto, prendo il treno che in meno di dieci minuti al costo di un euro e ottanta centesimi mi porta dritto in centro città. Una breve camminata e sono in ostello. Ho prenotato a due passi da piazza della Constituciòn, al centro della quale domina una meravigliosa fontana contornata da palme lunghe e sottili che regalano alla vista una piacevole sensazione di tranquillità.12096389_10153190678182883_3116879999423339827_n

A pranzo e decido di recarmi al mercato di Atarazanas, vero e proprio cuore pulsante della città. Solitamente non perdo mai l’ occasione di visitare il mercato della città in cui mi trovo. Mi piace iniziare il viaggio da uno dei luoghi più autentici e genuini del posto. Di solito poi dal mercato si capisce molto anche della città. Quello di Malaga prospera di ogni ben di dio possibile ed immaginabile. Frutta e verdure, dai colori accesi e la forma rigogliosa, sembrano quasi sporgersi dai banchi per attirare i visitatori,  ma il mio occhio va inevitabilmente sulla vetrina del pesce fresco. La sosta è d’ obbligo. Un piatto di triglie freschissime, scelte da me, più una birra12109037_10153190678492883_5560203874451257211_n, appena cinque euro. 12115449_10153190678427883_1614892379777742739_n

Niente male, Malaga inizia a piacermi 🙂

Dopo il pranzo è tempo di soddisfare un po’ la mia fame di cultura 😀 e decido di visitare il Museo di Picasso. Pur non amandolo particolarmente, ritengo che sia sempre emozionante visitare un museo dedicato ad un singolo artista. Si ha quasi la sensazione di entrare a casa sua e sbirciare in giro per scoprire qualcosa di più sulla vita personale dell’ autore.

Meraviglioso invece, il Museo Carmen Thyssen, che raccoglie nelle sue quattro sale, una serie di quadri dipinti da impressionisti dell’ Andalucia. Il sud della Spagna, attraverso i colori del mare e dei fiori, viene magistralmente raccontato su tela. Originale esposizione, molto ben organizzata ed accattivante. 12122562_10153192186162883_4612224045618175699_n

La vita notturna della città Andalusa è molto vivace e, come del resto in tutta la Spagna, inizia molto tardi la sera. Si concentra prevalentemente nella zona di Plaza Uncibay, dove bar e discoteche imperversano ad ogni angolo di strada. Sedersi in uno dei tanti tavolini all’ aperto e sorseggiare un bicchierone di Sangria è uno sporco lavoro che qualcuno deve pur fare 🙂

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Un capitolo a parte di questo mio viaggio merita la fortezza dell’ Alcazaba. Vale la pena visitarla con la macchina fotografica ben carica, per immortale da più angoli possibili il meraviglioso panorama che i tanti miradores regalano. 12122824_10153190679257883_2448559603528759939_n

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La fortezza si trova in Calle Alcazabilla, in pieno centro città. Ai suoi piedi è impossibile non notare il Teatro Romano. Non un granché per chi è abituato a vedere quasi quotidianamente meravigliose rovine romane come i fori imperiali.

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Dulcis in fundo, a completare questo viaggio attraverso le bellezze di Malaga, non poteva mancare una breve sosta alla Malagueta, la famosa spiaggia cittadina. Mare piuttosto ghiacciato direi ma l’ occasione di fare un bagno nel mese di Ottobre era troppo ghiotta per farmela sfuggire. La spiaggia si raggiunge con il bus numero 11 da Alameda Principal. Quattro fermate e si arriva. La zona è caratterizzata da una innumerevole serie di ristoranti di pesce, alcuni di qualità e un lunghissimo viale alberato. Palme ovviamente.

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Saluto Malaga con la solita inconfondibile sensazione di libertà e soddisfazione che il viaggio in solitaria generosamente mi regala, e parto in pullman alla volta di Granada, la città dell’ Alhambra, il cui viaggio vi racconterò presto nel prossimo articolo.

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